
Questo tesoro lo voglio condividere con voi, perché Maurice Merleau Ponty parla con le parole della cultura europea dell' esperienze umana in termini molto prossimi alle tradizioni che guidano la nostra ricerca.
Proprio perché noi siamo da parte a parte rapporto al mondo, per noi la sola maniera di rendercene conto è di sospendere questo movimento, di negargli la nostra complicità (...). Non perché si rinunci alle certezze del mondo comune e dell'atteggiamento naturale - viceversa esse sono il tema costante della filosofia - ma perché appunto come presupposti di ogni pensiero esse "sono ovvie", passano inosservate, e per risvegliarle e farle apparire, dobbiamo astenercene per un istante. La miglior formula per la riduzione [fenomenologica] è quella che forniva Eugen Fink, assistente di Husserl, quando parlava di uno "stupore" di fronte al mondo. La riflessione non si ritira dal mondo verso l'unità della coscienza come fondamento del mondo, ma prende distanza per veder scaturire le trascendenze, distende i fili intenzionali che ci collegano al mondo per farli apparire, essa sola è coscienza del mondo perché lo rivela strano e paradossale.
Fenomenologia della Percezione di Maurice Merleau Ponty edizioni Bompiani pag. 22
Nessun commento:
Posta un commento